Scheda Spettacolo

I personaggi che abitano la vicenda sono tutti fuori posto, disturbati, chiusi a chiave in un mondo ermeticamente sigillato. Fuori un nemico: Mr. Ross. Dentro un altro nemico: loro stessi.
Mojo mischia il pulp tarantiniano alla tragedia elisabettiana, e lo fa con proprietà di linguaggio, in una girandola di parole che si rincorrono senza mai arrivare ad un punto.

Le parole, come i personaggi, girano in tondo, intrappolati in un loop che pare non possa mai finire, sino a quando Baby, il più folle dei cinque, non decide di compiere un atto che porterà la vicenda a precipitare, e finalmente il circolo vizioso delle parole che si rincorrono sarà spezzato, ed insieme ad esso si spezzeranno anche le esistenze dei protagonisti.

Mojo è la storia di una caduta.
Mojo è la storia dell’occidente.

Mauro Maggioni