di NARIN ENSAMBLE regia di NARIN ENSAMBLE compagnia NARIN ENSAMBLE Questo sodalizio nasce sulla scia del già conosciuto e collaudato duo formato da Siamak Guran & Beppe Capozza nel 2000, e culminato nella pubblicazione del CD “KERMANSHAH” (2001 – MAP MEDITERRANEA). Un incontro fra due esperienze artistiche e umane profondamente differenti, eppure straordinariamente coincidenti in una formula musicale composita, suggestiva, legata alla tradizione etnica medio-orientale da una parte, e dall’altra ispirata alla matrice mediterranea ed all’ improvvisazione estemporanea. Il tutto filtrato dal comune denominatore dell’ istinto , di una ricerca per e nella comunicazione, territorio integro ed inesplorato, dove le differenze – pur evidenti – smettono di essere un handicap per diventare stimolo alla creatività comune ed al dialogo tra gli strumenti. Tale è ancora oggi lo spirito su cui nasce questo nuovo organico, laddove al dialogo tra il Tar, Setar e Tambur del virtuoso Guran, e la chitarra di Capozza, si aggiungono le voci del M° Rodolfo Baroncini (violino) e del giovane ma pur talentuoso percussionista di origine somala Adil Hizam, ottenendo sonorità a tratti trascinanti, altre volte contemplative, lasciando a chi ascolta la possibilità di rendersi partecipe, di fare così parte del dialogo tra i quattro musicisti, in un ensamble di alta intensità emozionale. L’ origine di questa formula musicale risiede senz’altro nella tradizione profana e popolare del Kurdistan iraniano, regione d’origine di S. Guran. Il nome stesso di Guran deriva dall’ omonima regione del Kurdistan che diede i natali all’ ordine “IARI” o “IARESTAN”, in cui tradizionalmente qualsiasi manifestazione della vita quotidiana o del rito religioso veniva accompagnata da musica e canti, denominati “kalham” o “makham”. Tutta questa tradizione è giunta sino a Siamak Guran per trasmissione orale, come sempre avviene per gli antichi rituali mistici. Da questa matrice religiosa la musica del gruppo si apre soprattutto verso l’aspetto piu’ squisitamente folclorico e popolare; è veramente la musica della gente kurda, quella che si ascoltava e si suonava nelle riunioni contadine, durante i lavori nei campi, nelle feste tradizionali, in una veste nuova ed inedita, tutta da ascoltare e godere appieno.