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ANTONY- Di Alexandre Dumas padre-Regia Stefano Maria Palmitessa

11 Marzo | 20:00 - 16 Marzo | 17:30

www.teatropalmitessa.it
Info e prenotazione biglietti 347 42 22 594
orari- 11-12-14 ore 20:00
orari- 15-16 ore 17.30
NOTE DI REGIA
Nascondere per rivelare
Dai miei esordi nella cosiddetta “postavanguardia” fino all’attuale “teatro
immagine” ho sempre puntato sulla grande drammaturgia, amore letterario
della mia giovinezza. Quindi, fatalmente, non potevo che giungere nel
romantico mondo di Dumas.
La commedia “Antony” è stata perciò da me affrontata, tenendo presente
anche la “storia” personale che il mio percorso artistico ha prodotto sino a
questo momento.
Perché ho ritenuto importante definire fin da principio questo collegamento?
Negli anni sono andato, sempre più, convincendomi che lo spazio sia un
elemento decisivo nella ricerca registica che mi riguarda.
Uno spazio particolare con un boccascena ridotto, con gli attori visibili talvolta
a mezzo busto in una rappresentazione che trova evidenti precedenti nel
cosiddetto “Teatro dei burattini”.
Un luogo quindi che potesse consentirmi di poter fare ricorso a interventi a
sorpresa .
L’azione è quindi limitata a quello che da dietro un grande pannello può
essere “rubato”, sbirciato dal pubblico privato della canonica visuale a tutto
campo.
La centralità dei pannelli che utilizzo (baracchini, tende ecc.) significa che
l’idea dell’ in mezzo è cruciale per me, affascinato sempre più dai sipari…
dalle porte.
Nei miei spettacoli abbondano le soglie , spazi che evocano un passaggio da
un mondo a un altro.​
A volte possono essere visti solo frammenti corporei o brevi azioni compiute
dagli attori sul palco,
Una selezione del materiale fantastico ed espressivo/drammaturgico
rigorosa, affinché qualunque azione avvenga davanti agli occhi dello
spettatore possa avere il risalto di un’epifania.
Si tratta in altre parole di capovolgere l’abituale visione.
La scenografia non rappresenta più l’ambiente sociale in cui prendono vita i
personaggi dell’azione drammatica né un fondale decorativo della stessa.
Essa deve, con la mimica e una recitazione venata di “sense of grotesque”,
interpretare il dramma, sottolinearne i significati segreti.
Una ricerca aperta al dubbio e ai problemi dell’espressione; per certi aspetti
così antica e così rivoluzionaria nella sua tensione all’essenziale sia della
parola sia del gesto.

Dettagli

Inizio:
11 Marzo | 20:00
Fine:
16 Marzo | 17:30